La Giubiana è una tradizione brianzola consiste nel mettere al rogo il pupazzo di una vecchia che rappresenta i mali dell'inverno e dell'anno trascorso. La festa si svolge l'ultimo giovedì di gennaio. Al rogo segue una cena di risotto con salsiccia (lügànega), e vin brülé. La celebrazione si articola in un vero e proprio processo in canzese che si conclude con la sentenza dei Regiuu, gli anziani autorevoli del paese e con il falò. E' animata da numerosi personaggi simbolici e tradizionali, quali la fata acquatica Anguana (proviene dal Cèpp da l'Angua), l'Òmm Selvadech (uomo selvatico, personaggio della mitologia alpina), l'Urz (orso che esce dalla tana simbolo della forza istintiva che deve essere dominata) e il Casciadùr (cacciatore che doma e fa ballare l'orso), il bòja (boia che rappresenta la condanna del male), i Cilòstar (coloro che reggono i candelabri, incappucciati, che simboleggiano la luce che vince il Male), i Bun e i Gramm (buoni e maligni, bambini vestiti di bianco e di nero, tinti in volto, che con il suono delle campanelle e con il rumore delle latte invitano le forze del bene e scacciano il maligno), L'Aucatt di caus pèrs (l'avvocato delle cause perse, quello venuto dal foro di Milano per difendere la Giubiana), il Barbanegra (l'indovino), e tanti altri personaggi tutti con abiti tradizionali. La festa è accompagnata dalla musica di tamburi e di baghèt (cornamuse).